Descrizione
Una lucida e incalzante cronaca politica della crisi dello Stato Liberale vista attraverso una finestra sull’Orvieto del primo dopo guerra. Fatti, episodi, nomi e cognomi dei fautori – e detrattori – della Rivoluzione fascista sulla Rupe raccontati attraverso testimonianze, documenti d’archivio e articoli di giornale. Con una analisi rigorosa e avvincente, Stefano Moretti narra la progressiva fascistizzazione della vita cittadina, l’escalation di violenza alla fine della quale Orvieto si destò in camicia nera: dalla costituzione della sezione orvietana dei fasci di combattimento, nel maggio 1921, alle successive rappresaglie a colpi di manganello, perpetrate con la manifesta complicità delle forze dell’or-dine locali, fino al brutale omicidio del giovane operaio Giovanni Ciuco. “Non c’è più alcun cittadino non fascista – denunciava il quotidiano locale Il Paese del 1921 – il quale possa sentirsi garantita la propria incolumità “. Ad Orvieto, ancor prima della marcia su Roma, l’aria era già satura della stessa follia reazionaria e totalitaria che, di lì a breve, inebrierà gli italiani per venti lunghi anni.
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