Descrizione
Si dice: “parole”, a significare la loro inutilità a confronto coi “fatti”. Eppure, senza le parole e la capacità di comunicare non solo non sarebbe esistito l’ “homo faber”, ma gli sarebbe stata preclusa la percezione condivisa della realtà che lo circonda: “nomina sunt consequentia rerum”, ci ricorda Giustiniano. I dialetti ci dicono delle consuetudini, del modo di vivere e pensare, delle credenze di una popolazione.
Attraverso il nome delle cose e l’espressione dei verbi che traducono le azioni di un soggetto possiamo capire come si lavorava, ci si divertiva, si sopravviveva. Nelle parole è la storia materiale e spirituale dei popoli. Quindi studiare il dialetto orvietano, recuperando termini ed espressioni ormai desuete, significa amare e capire quella gente com’é ora, attraverso la memoria di altri tempi.
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