Descrizione
Cibo e archeologia, alimentazione e storia, costituiscono interessanti connubi che danno vita a un settore della ricerca scientifica e storica sempre più avvincente. L’alimento può essere interpretato come uno strato archeologico che da solo può apparire poco significativo ma che diventa particolarmente affascinante se contestualizzato. L’utilizzo di metodiche sofisticate ci consente di indagare residui animali e vegetali, addirittura anche pollini, per far luce sulla gastronomia etrusca che manca di consistenti informazioni. Il cibo è a tutti gli effetti un manufatto, una materia che ha subìto una manipolazione, pertanto è al centro di un processo sociale complesso che si realizza attraverso molteplici azioni: che vanno dalla raccolta alla coltivazione, dalla trasformazione al consumo. La cucina costituisce la cultura materiale di un popolo e a differenza dell’alimentazione non si ferma al solo soddisfacimento di un bisogno primario perchà© la gastronomia sotto intende fondamentali pratiche di socializzazione: il momento conviviale sancisce, da sempre, gli accordi economici, matrimoniali, rituali e sociali. Alla luce del particolare ruolo che la donna rivestiva nella società etrusca ho voluto dedicare il titolo di questo libro a donne aristocratiche le cui gesta sono giunte sino a noi, come Tanaquilla, Velia e Larthia, pensandole come ipotetiche commensali di un banchetto che è possibile allestire seguendo le indicazioni di un’ipotesi di ricettario filologicamente coerente. Le ricette, di facile realizzazione e ben calibrate sul nostro attuale gusto, possono, è proprio il caso di dirlo, condire queste pagine. La preparazione di un banchetto a tema unita alla visita di una necropoli, o di un museo, consentiranno un’esperienza multisensoriale.
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