Descrizione
Avete mai provato a fare il vicesindaco e l’assessore di una media-grande città di provincia, l’antica e modernissima Interamna Nahars, e a farvi buttare fuori dalla Giunta comunale, pur avendo fatto e realizzato, progettato e innovato, pestato i piedi, esserseli fatti pestare, avere suscitato apprezzamenti (molti) e delusioni (alcune)? Ecco, io ci sono riuscito. E non era facile.
Il libro, una specie di pamphlet a metà tra racconto, cronaca e trattatello filosofico-politico, narra tre anni faticosissimi di esperienza di pubblico amministratore, tecnico e indipendente dai partiti, come se fosse un’avventura, critica e auto-critica, amara e disincantata, appassionata e impertinente. Le cose fatte, le piccole vittorie, le grandi sconfitte, gli amici e i nemici (spesso amici), gli altarini del cosiddetto potere, le confidenze, i moti dell’anima e le incazzature, le contraddizioni e le ostinazioni, gli sbagli e le intuizioni. Alla fine cosa è rimasto? Comunque molto. Niente di pedagogico o morale, ma un pezzetto di vita vissuta che può forse servire da spunto e riflessione per chi medita magari una sua “discesa in campo”, in questi tempi tremendi.
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