Descrizione
Nel periodo post moderno la danza non intendeva rappresentare nient’altro che se stessa, con una presa di coscienza che la porta a considerarsi un’arte autonoma, scevra da qualsiasi valenza metaforica, o veicolo emotivo. Vengono qui analizzate le creazioni di Yvonne Rainer, Trisha Brown, Steve Paxton, Simone Forti, dalle quali sono poi tratti esercizi di composizione coreografica (dalle task dances alla danza analitica) che mirano all’acquisizione di un “metodo coreografico”. Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta si sono poste le basi di una ampia gamma di sperimentazione e poiché la danza, in quel periodo, si focalizza sul processo che conduce al prodotto artistico, più che sul prodotto stesso, è estremamente importante per la costruzione di personalità artistiche contemporanee ripercorrere quelle tappe.
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